Le Farfalle diurne del Parco regionale di Montevecchia e della Valle del Curone

Argo

Nome scientifico: Plebejus (Plebejus) argus Linnaeus 1758

Status in Lombardia: localmente vulnerabile, a media frequenza - Presenza nel Parco: Fr

FAMIGLIA: LYCAENIDAE
SOTTOFAMIGLIA: Polyommatinae

DESCRIZIONE: piccola farfalla che presenta un marcato dimorfismo sessuale. Il maschio ha la pagina anteriore delle ali di colore blu-violetto bordate di nero, mentre la femmina le ha brune con macchie arancioni.
APERTURA ALARE: 20-30 mm.
HABITAT: brughiere, pendii erbosi e umidi, prati fioriti, radure.
CICLO BIOLOGICO: due generazioni annuali. Sverna allo stadio di uovo. I bruchi possono essere mirmecofili e quindi impuparsi nei formicai.
PIANTE NUTRICI: il bruco vive a spese di numerose Fabacee (generi Lotus, Cytisus, Ononis, Medicago, Hippocrepis, Coronilla Ulex, ecc.) e Ericacee come Calluna vulgaris ecc...
DOVE OSSERVARLA: Monte di Rovagnate e Perego, prati magri.

volo:

mesi:

il maschio ha il dorso azzurro

lato inferiore delle ali di un maschio

lato inferiore delle ali di una femmina con ancora presenti le scaglie celesti negli ocelli

si vede il lato superiore bruno con ocelli arancio della femmina

sverna come uovo

dove è più facile incontrarla nel Parco

etimologia del nome

Il termine generico, viene dal latino e significa 'della plebe', il perchè è stato assegnato ad un genere delle Licenidi non è per niente chiaro. Il termine specifico viene dalla mitologia greca dove troviamo Argo Panoptes (Argo "che tutto vede") un gigante che aveva un numero di occhi variabile secondo i miti (comunque mai 2), per alcuni aveva un occhio, per altri quattro (due davanti e due dietro), e per altri ancora ne aveva cento e dormiva chiudendone cinquanta alla volta. Altri miti sostengono che avesse infiniti occhi su tutto il corpo. Forse per queste farfalle gli occhi possono essere richiamati dal disegno delle ali (specialmente l'inferiore).