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Ente per la Gestione del
Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

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Aggiornamenti sulla sistematica dei Molluschi (Gastropoda, Prosobranchia, Hydrobiidae) presenti nel territorio trattato

Il territorio considerato ad occidente dell'Fiume Adda-Lario, come la residua porzione lecchese sita ad oriente (Valsassina ed alto Lario), è colonizzata prevalentemente dal Genere Graziana Radoman, 1975 (sensu Haase, 1994).

Molto più raro risulta il Genere Bythinella Moquin-Tandon, 1855 presente in pochissime stazioni tanto da fare pensare ad uno iato tra l'Adda ed il Ticino-Verbano, mentre colonizza parecchie stazioni sia del bergamasco-bresciano sia nella zona più occidentale piemontese (PEZZOLI, 1988b; PEZZOLI & SPELTA, 2000; PEZZOLI & LEMME, 2003).

Data la preponderanza nel territorio qui considerato della ingerenza del Glaciale pleistocenico sino ad oggi non si era rintracciata nessuna entità appartenente a quel sparuto gruppo di molluschi idrobiidi stigobionti ritenuti di antica distribuzione (PEZZOLI, 1978a;1978b; 1988c; 1989; ecc.).

Con grande sorpresa negli ultimi tempi di questa ricerca si sono circoscritte alcune stazioni di una nuova entità stigobionte, molto simile a quelle presenti nel territorio bergamasco-bresciano, entità che provvisoriamente (in attesa di cattura adatta all'analisi sistematica) lo propongo come Bythiospeum ? meratensis (è ancora dubbio sia il genere che il sottogenere, se non si è addirittura in presenza di due entità diverse, vedi oltre).

Dò qui una sommaria descrizione di questa probabile nuova specie:

Derivatio nominis: dalla prima stazione ove tale mollusco è stata da me trovato, uno dei due bottini storici di captazione del "Aquaeductus Meratensis" in Valfredda (Montevecchia, st. n° 153 LC).
Conchiglia: conica, anfratti globosi, suture profonde, spira formata da 4-4,5 giri, apice ottuso. Apertura rotondeggiante, peristoma continuo, ombelico aperto
Dimensioni conchiglia: altezza 1,5-2 mm.
Osservazioni: La forma del nicchio è molto simile a Bythiospeum (Paladilhiopsis) virei Locard (presente dalla Val Sabbia bresciana al Friuli) e ad una nuova specie bergamasca, Bythiospeum (?) calepii Pezzoli (n. nudum, presente nella zona di Valle Adrara-Vigolo, la storica Val Calepio) ma di questi sembrerebbe più "conico" e dal primo anfratto più globoso (st. 153, 254 LC), ma in alcune stazioni si presenta più turricolato tanto da avvicinarlo addirittura all'altrettanto nuova Alzoniella bergomensis (st. 176, 260 LC) (Il peristoma non svasato e l'apertura obliqua farebbero optare per questo secondo Genere).
Soltanto la cattura di esemplari adatti ad un esame anatomico permetterà una adeguata collocazione sistematica delle presunte nuove entità bergamascha e lecchese, dato che si conoscono le parti molli soltanto di B. virei e di B. vallei e di A. bergomensis. e in parte di B. (?) calepii.
Habitat: è uno stigobionte risultato presente in uno di quei rari Nunatak risparmiati dall'ultimo Massimo Glaciale (L.G.M) della Brianza lecchese costituito dal Parco di Montevecchia-Val del Curone, dal Colle di Brianza - Campanone di Brianza compreso (BINI, FELBER, POMICINO, ZUCCOLI, 2001).

Bythiospeum ? meratensis Pezzoli
Bythiospeum ? meratensis Pezzoli,
2004 - Typus e Paratypus, Stazione di Valfredda n° 153 LC (Montevecchia).

Bythiospeum ? meratensis Pezzoli
Bythiospeum ? meratensis Pezzoli,
vengono evidenziati alcuni nicchi particolarmente "turricolati" (1 = St. 153 LC; 2 = 260 LC; 3 = 176 LC = Alzoniella ?).

Ancora molto ci sarebbe da commentare sulla posizione sistematica, a livello specifico, di Graziana. Le varie vicissitudini sistematiche sono ben riassunte in PEZZOLI & SPELTA, 2000 ove si accenna anche a quale specie si sono collocate provvisoriamente le varie popolazioni lombarde (BODON et Alii, 1995; PEZZOLI, 1996b)
In un lavoro monografico, PEZZOLI & GIUSTI, 1980b, su un buon campione di stazioni scelte su tutto il territorio si era arrivati alla conclusione di essere alla presenza di una sola specie.
Tuttavia a oggi le stazioni appartenenti a questo genere nella sola Lombardia ormai raggiungono la cifra di un migliaio.

Difficile è anche lo stabilire il Locus Typicus dell'unica specie storica lombarda: " Paludina alpestris " nome nudum dato dai Fratelli Villa ( VILLA & VILLA, 1853) e ratificato dal Frauenfeld (FRAUENFELD, 1863).
La località storica data è "Como". Impossibile rintracciare "dove" è stato raccolto il materiale adoperato per la descrizione (La Collezione Malacologica dl Fratelli Villa andò distrutta prima del 1927 e le altre Collezioni del Museo Civico di St. Naturale di Milano nell'incendio bellico del 1943), altro motivo perchè sino a pochi anni fa la Provincia comasca comprendeva anche il territorio passato oggi alla Provincia lecchese.

 Di questa entità gli unici dati storici, riguardanti stazioni oggi perfettamente rintracciabili, li abbiamo molto più tardi in PINI, 1876 che da correttamente due località lombarde: ad Esino Lario "..vive in due piccole fontane...nei campi del Bigallo..." e nel Triangolo lariano "...Valle Assina a Lasnigo nelle sorgenti del Fiume Lambro.." .
Io riterrei opportuno scegliere i nuovi generotipi della Graziana alpestris proprio in una di queste due sicure stazioni storiche, ancora vitali, anzi opterei per la seconda considerando che i celebri Naturalisti Fratelli Antonio e Giovan Battista Villa, milanesi, avevano come punto di irraggiamento delle loro principali battute di raccolta dati Rogeno (ove avevano casa, e dove sono sepolti), in piena Brianza ed ancor oggi in Provincia di Como.  

Stabilito cosa si intende per la specie " alpestris " e stabilite le differenze con le altre storiche specie europee (quali la G. lacheineri , ecc.) per l'italia occorrerebbe riesaminare un nunero congruo di stazioni, sul grande numero catastato di Graziana , scegliendo nella grande estensione territoriale e altimetrica del suo areale distributivo, nelle sue varie nicchie ecologiche.
Non sempre è facile perchè questa entità colonizza frequentemente acque sotterranee, difficilmente accessibili, e di cui si dispone soltanto del nicchio, nicchio che presenta una grande variabilità di forma e di grandezza, da popolazioni dalla conchiglia alta poco più di un millimetro e mezzo ad altre con più di due millimetri.
L'opercolo in tutte le stazioni da me esaminate con esemplari viventi è costantemente arancione ma si tratta quasi sempre di popolazioni in tazze sorgentizie alla luce del giorno.

VILLA ANTONIO ( Milano 1806-1885) E VILLA GIOVANNI BATTISTA (Milano , 1810-1887)

Appassionati ed eclettici fratelli Naturalisti, Soci fondatori della Soc. Italiana di Scienze Naturali. Costituirono il "Museo dei Fratelli Villa" con i settori di entomologia, mineralogia, malacologia, paleontologia (Donato al Museo Civico di Storia Naturale di Milano e andato distrutto anteriormente al 1927). Pubblicarono insieme e separatamente numerosi lavori di geologia ed entomologia e a loro si devono i primi elenchi dei Molluschi presenti in Lombardia.
Soggiornarono a lungo nel Paese brianzolo di Rogeno, dove hanno la loro tomba.

Frontespizio dei due lavori dei Fratelli Villa ove compare il nome specifico del mollusco idrobiide
Paludina alpestris

Qui raffiguro il primo lavoro ove compare il nome nudum di "Paludina alpestris" VILLA & VILLA (1853, Notizie Naturali e Civili su la Lombardia - Volume I°, Milano), il loro "Catalogo sinonimico" delle specie e varietà dei Molluschi della lombardia (1871, Bullettino Malacologico Italiano, IV°, Pisa, Tipografia Nistri) e la foto dei loro busti in bronzo, copia conservata nel Civ. Museo di Storia Nat. di Milano (Gli originali posti sulla loro tomba a Rogeno vennero rubati).

Presunto LocusTypicus" di "Paludina alpestris" Villa & Villa, 1853, 1871 = Paludinella lacheineri var. alpestris Frauenfeld, 1863 = Hydrobia (Bythinella) lacheineri Pini, 1876 = Graziana alpestris (Frauenfeld, 1863) sensu Checklist, 1995, Pezzoli, 1996).

Stazione n° 3.0048B CO in PEZZOLI & VILLA, 2004): Fiume Lambro, alveo roccioso di sinistra idrografica.
Piccola scaturigine a lato di un bacino (indipendente ?) immediatamente a valle del ponticello che dalla carrozzabile principale porta al settore nord dell'abitato di Lasnigo (si è di fronte alla Chiesa romanica di Sant'Alessandro ed al Cimitero). Comune di Lasnigo.

Fig. E - Cartina topografica della zona della Valle del Lambro ove scaturisce la sorgente presunto Locus typicus di " Graziana alpestris " (St. 048B CO)
Fig. F - Il dosso della antica chiesa di San Alessandro (in una vecchia cartolina), in destra idrografica del Fiume Lambro, ove scaturiva una sorgente con presente una rigogliosa popolazione di Graziana (PEZZOLI, 1990) oggi tombinata e persa. Vitale è invece un'altra sorgente, sita circa di fronte a questo dosso, in sinistra idrografica del Fiume Lambro con una altrettanto rigogliosa popolazione (Stazione 048B CO).
Fig. G - Bacino di raccolta e scaturigini laterali della sorgente in riva sinistra del Fiume Lambro (St. 048B CO).
Fig. H – Nicchi di Graziana alpestris proposti come Neosintypus della stazione di Lasnigo (St. 048B CO).
Fig. I – Parti molli di Graziana alpestris di una stazione della alta Valle del F. Lambro, Locus Typicus : A = esemplare maschile, B = tratto genitale femminile, C = pene, D = radula. (ep = escrescenza peniale, p = pene, ov = ovidutto, rs = ricettacolo del seme, bc = borsa copulatrice).

Legit Pezzoli E., 26/8/2003.

M.: Graziana alpestris rigogliose popolazioni.
C.: Niphargus thuringius.

Data 26/8/2003 Portata 50
Coord. Top. U.T.M. 32 TNR 20 81 Conducibilità 365
Coord. Top. sessag. 3°11'18" - 45°53'04" pH 7,6
Tavoletta F° 32 I° SO, Asso 1972 Alcalinità Totale 3,6
Quota m slm 520 Durezza Totale 22,4
Temperatura aria °C 27,0 Cloruri ++
Temperatura acqua °C 9,1 Solfati +

 


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