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Ente per la Gestione del
Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

Loc. Butto, 1 23874 Montevecchia (LC)
C.F. 94003030130 - Tel. 039.9930384 - Fax. 039.9930619
Sito: www.parcocurone.it - PEC: certificata@pec.parcocurone.it - email: info@parcocurone.it

I terrazzi

I terrazzamenti (i ronchi) sono certamente la caratteristica principale del paesaggio del Parco

Mappa dei Terrazzi

Il versante meridionale della collina di Montevecchia, che si offre allo sguardo di chi proviene da sud, è la testimonianza evidente di una tradizione agricola ancora viva ed è il segno più evidente dell'azione dell'uomo sull' aspetto del paesaggio.

Le sistemazioni dei versanti delle colline fanno infatti parte di quelle trasformazioni che, a partire dall'epoca romana, cambiarono completamente la morfologia del territorio locale, avviando lo sfruttamento delle risorse e trasformando il passaggio da ambiente naturale a territorio rurale.

Sui terrazzi che modellano i versanti soleggiati delle colline (i versanti settentrionali e freddi erano solitamente lasciati a bosco) è da sempre coltivata la vite da cui si ottiene il tipico vino di Montevecchia.
Ai filari di vite si alternavano poi abitualmente rosmarino, ortaggi e piante da frutto per sfruttare al massimo lo scarso spazio disponibile sulle piane e per fornire una vasta gamma di prodotti che garantissero rese e produzioni diversificate.
A volte i ronchi venivano identificati nella toponomastica locale anche attraverso l'indicazione della coltura che su di essi trovava spazio (Runchet de la pera, Runchet di por).
Prima della comparsa del mais, sui terrazzi erano poi presenti cereali quali miglio e segale (coltivati in piccoli appezzamenti), a cui seguì il frumento.

A partire dagli anni 50 del secolo scorso

la perdita d'importanza delle pratiche agricole ha portato ad un progressivo abbandono delle zone collinari e dei terrazzi (a causa delle difficoltà di accesso e coltivazione di tali ambienti), prima lasciati a prato o pascolo, poi definitivamente abbandonati.

Dagli anni '80 del secolo scorso però si assiste ad un rinnovato interesse per la viticoltura e per la coltivazione delle erbe aromatiche, e i terrazzi soleggiati tornano ad ospitare le colture tradizionali del territorio, affiancando alle attività agricole alcune zone di importante valore naturalistico ( i prati magri dei versanti della Valle del Curone).

Nelle tre immagini a fianco, dall'alto: il mutamento di paesaggio avvenuto nell'area dei prati magri, dal periodo di transizione, in cui le superfici erano mantenute a prato stabile, alla ripresa della viticoltura negli anni novanta.

La superficie del Parco occupata dai ronchi

Filare di salici
Il particolare di
una antica muratura
Fontana
Un momento della fase di
costruzione di un nuovo
muretto a secco

è di circa 515 ettari (le aree in verde nella cartina riportata in alto rappresentano le zone terrazzate del Parco) ed i terrazzi sono sostenuti, nelle zone a maggior pendenza dei versanti, da centinaia di chilometri di murature (alcune delle quali antichissime e difficilmente databili) in pietra molera (cavata nella zona) disposta a secco.

Oltre all'importante funzione di sostegno e difesa idrogeologica esercitata dagli estesissimi sistemi di murature a secco, oggi si riscopre anche il "valore ecologico" di tali strutture.
I muretti diventano quindi luogo favorevole per la crescita e lo sviluppo di specie vegetali ed animali legate ai veri e propri ecosistemi che questi particolari ambienti costituiscono.

Nell'ambito del Progetto il Parco ha avviato il ripristino di alcune murature site nei dintorni della sedi di C.na Butto, promuovendo un corso sulle tecniche di costruzione e manutenzione.

 

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
Loc. Butto, 1 - 23874 Montevecchia (LC) — C.F. 94003030130, P.I. 02236220139
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