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Ente per la Gestione del
Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

Loc. Butto, 1 23874 Montevecchia (LC)
C.F. 94003030130 - Tel. 039.9930384 - Fax. 039.9930619
Sito: www.parcocurone.it - PEC: certificata@pec.parcocurone.it - email: info@parcocurone.it

LA PROGRAMMAZIONE DELLO SVILUPPO AGRICOLO E RURALE





INCONTRI DI AVVICINAMENTO AL NUOVO PSR 2014 - 2020

Vista la prossima entrata in vigore dello strumento di programmazione comunitaria a partire dalla seconda metà del 2015, il Parco di Montevecchia e Valle del Curone ritiene strategico e opportuno portare a conoscenza del mondo agricolo che opera all'interno del territorio del Parco le misure e le novità introdotte con la riforma della PAC.

In particolare appare sempre più necessario adeguarsi alle regole ed alle direttive che impongono il rispetto di criteri di gestione obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2015, non solo nelle aree della Rete 2000 ma anche nelle zone a Parco Regionale.

Il nuovo PSR può al tempo stesso essere una risorsa importante per la realizzazione di azioni e attività di sviluppo aziendale e territoriale ponendo attenzione alla tutela ambientale.

Nel programma in allegato sono state previste quindi delle specifiche azioni informative sulle varie opportunità del PSR ma anche per chiarire una serie di concetti di recente introduzione, quali il greening, l'agricoltore attivo, la condizionalità, in molti casi ancora di difficile interpretazione da parte di chi dovrà rispettare i parametri dettati da queste indicazioni.

Gli incontri sono rivolti sia agli imprenditori agricoli del Parco che alle aziende esterne del territorio confinante, in particolare nei PLIS (Valletta, Monte di Brianza, Colli Briantei?) o negli altri ambiti agricoli significativi, in funzione del numero di posti disponibili, presso la sala eventi del Centro Visite di Cascina Butto.

Opportunità del nuovo programma di sviluppo rurale 2014/2020

Al fine di rendere l'agricoltura europea più competitiva e attenta alla tutela dell'ambiente, al benessere animale e alla qualità e alla sicurezza dei prodotti alimentari, l'Unione Europea ha stabilito una Politica Agricola Comune (PAC) i cui indirizzi attuali tendono a favorire gli obiettivi della multi-funzionalità dell'agricoltura e dello sviluppo rurale, consentendo di combinare proficuamente gli interessi agricoli con le nuove istanze per la tutela del territorio, per la sicurezza alimentare e per le produzioni biologiche mediante il sostegno pubblico del settore.

Nell'ambito del quadro di riferimento Europeo, le Regioni italiane hanno redatto un documento per la programmazione e il finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale. Le priorità strategiche individuate nel Piano Strategico Nazionale (PSN) e negli Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) sono stati adattati alle realtà regionali con il PSR allo scopo di perseguire gli obiettivi di sviluppo e di competitività delle aree rurali.

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013 è stato lo strumento attraverso il quale la Regione Lombardia ha attuato nel recente ultimo periodo la PAC e incentivando l'agricoltura ad essere più competitiva sul mercato ma anche ambientalmente sostenibile e mettendo a disposizione delle imprese agricole e di trasformazione una serie di misure a sostegno degli investimenti e di azioni agro-ambientali finalizzate ad orientare lo sviluppo rurale della regione secondo le finalità politiche comunitarie.

La Regione Lombardia, come altre Regioni italiane, sta provvedendo alla stesura delle nuove regole e dei nuovi contenuti della prossima programmazione 2014-2020 e nel frattempo ha già espresso alcuni orientamenti sul futuro della Politica Agricola Comune, delineando alcuni scenari e priorità sulla politica agricola comune (Pac) relativa al periodo 2014/2020 ponendo l'attenzione su due livelli principali:

Il Programma di Sviluppo Rurale, partendo dai 3 Obiettivi trasversali legati all'innovazione delle imprese agroforestali, alla tutela dell'ambiente, all'adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici in corso, individua 6 Priorità e 16 Focus Area, che rispondono all'esigenza di una crescita complessiva dell'agricoltura italiana.

Le Priorità del Psr 2014-2020 sono le seguenti:

  • priorità 1: stimolare l'innovazione, la cooperazione e lo sviluppo della base di conoscenze nelle zone rurali; rinsaldare i nessi tra agricoltura, produzione alimentare e silvicoltura, da un lato, e ricerca e innovazione, dall'altro, anche al fine di migliorare la gestione e le prestazioni ambientali; incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e la formazione professionale nel settore agricolo e forestale;
  •  
  • priorità 2: migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole e incoraggiare la ristrutturazione e l'ammodernamento delle aziende agricole, in particolare per aumentare la quota di mercato e l'orientamento al mercato, nonché la diversificazione delle attività; favorire l'ingresso di agricoltori adeguatamente qualificati nel settore agricolo e, in particolare, il ricambio generazionale;
  •  
  • priorità 3: migliorare la competitività dei produttori primari, integrandoli meglio nella filiera agroalimentare attraverso i regimi di qualità, la creazione di un valore aggiunto per i prodotti agricoli, la promozione dei prodotti nei mercati locali, le filiere corte, le associazioni e organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali;
  • priorità 4: salvaguardia, ripristino e miglioramento delle biodiversità, compreso nelle zone 'Natura 2000', nelle zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici, nell'agricoltura ad alto valore naturalistico, nonché dell'assetto paesaggistico dell'Europa; migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi; prevenzione dell'erosione dei suoli e migliore gestione degli stessi;
  • priorità 5: rendere più efficiente l'uso dell'acqua nell'agricoltura; rendere più efficiente l'uso dell'energia nell'agricoltura e nell'industria alimentare; favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto, residui e altre materie grezze non alimentari ai fini della bioeconomia; ridurre le emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura; promuovere la conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale;
  • priorità 6: stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali.

Gli interventi di sostegno programmati saranno attivati mediante appositi bandi che detteranno i principi e le modalità di accesso agli aiuti previsti.

I bandi saranno predisposti e approvati solo dopo l'approvazione comunitaria, previa consultazione del Comitato di Sorveglianza del Programma.

Il programma di sviluppo rurale 2014/2020 nelle aree a Parco

Nelle aree di interesse ecologico gli agricoltori dovranno riservare almeno il 7% della loro superficie agricola a destinazioni a valenza ecologica, escluse le aree a prato permanente. Il vincolo vale sia per i seminativi che per le colture permanenti legnose. Sono considerate "destinazioni ecologiche" terreni a riposo, terrazze, aree di valore paesaggistico, fasce tampone, superfici oggetto di imboschimenti nell'ambito dei PSR. La Commissione dovrà ulteriormente precisare i tipi di "destinazioni ecologiche" da prendere in considerazione ai fini del rispetto del greening.

Per coloro che praticano agricoltura biologica scatterà automaticamente il diritto a percepire la componente ecologica dei pagamenti, senza essere sottoposti a ulteriori obblighi. La giustificazione della deroga sta nella considerazione dei benefici ambientali prodotti dai metodi di agricoltura biologica, anche se la questione è controversa: la deroga rischia di dare una sovra-compensazione a chi già percepisce un sussidio per il fatto di fare produzione biologica, e/o è protetto da sistemi di certificazione che dovrebbero assicurare che siano i consumatori a remunerare, con un prezzo più alto, la componente di "bene pubblico" in essa contenuta.

Gli agricoltori la cui azienda invece ricade totalmente o parzialmente nelle aree Natura 2000 saranno soggetti ai vincoli del greening, purché essi siano compatibili con le direttive Natura 2000. In altre parole, tali agricoltori non sono esentati dal rispetto del greening, ma se i vincoli del greening sono in contraddizione con quelli delle aree Natura 2000, sono questi ultimi a prevalere.

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
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