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Ente per la Gestione del
Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

Loc. Butto, 1 23874 Montevecchia (LC)
C.F. 94003030130 - Tel. 039.9930384 - Fax. 039.9930619
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L’habitat dei boschi igrofili (Alno-Ulmion)

Boschi umidi L'habitat dei boschi igrofili (cioè umidi) di ontano nero ed olmo è uno dei tre habitat di interesse prioritario per la conservazione della natura dell' Unione Europea presenti nel Parco.

Si tratta di boschi che vegetano su terreni ricchi d'acqua, ove talvolta si hanno fenomeni di ristagno.

Questi luoghi, come la maggior parte delle zone umide, sono stati nel tempo frequentemente bonificati: attraverso l' apertura di fossati o simili, l' uomo ha operato per allontanare le acque, e consentire quindi il prosciugamento dei suoli. Sono quindi rari i boschi igrofili oggi rimasti, sfuggiti all'azione "razionalizzatrice" dell'uomo, e la tutela di queste formazioni è quindi da considerare di importanza prioritaria per la conservazione della natura in Europa.

Boschi di questo genere si osservano normalmente nelle aree periodicamente allagate lungo i grandi fiumi della pianura, o al piede dei versanti, dove si ferma l'acqua.

L'Olmo
I'Olmo
(Ulmus minor)

Lontano nero (Alnus glutinosa) è la specie arborea principale di queste formazioni, ed è in grado di sopravvivere anche in ambienti sempre inondati. Quando le condizioni ambientali diventano meno limitanti, i suoli meno difficili, umidi ma con minor frequenza di ristagno, compaiono altre specie, e fra esse la più significativa è sicuramente l'olmo (Ulmus minor). Quest'albero in passato caratterizzava con la sua presenza imponente i boschi di pianura, ma è stato falcidiato negli ultimi decenni da un fungo parassita, e solo pochi individui raggiungono oggi grandi dimensioni.

La Frangola
Ia Frangola
(Frangula alnus)

Altri alberi che si possono incontrare in questi boschi sono il pioppo nero (Populus nigra), alcuni salici, il pado, o ciliegio a grappoli (Prunus padus).

Il Viburno
Il Viburno
(Viburnum opulus)

Anche qui penetra però la robinia (Robinia pseudoacacia), una specie esotica di origine nord-americana, utilissima per l'elevata produttività di legname ma purtroppo fortemente infestante.

Nel sottobosco vegetano di verse specie arbustive, fra le quali è particolarmente appariscente nel periodo della fioritura e della fruttificazione il viburno o pallori di maggio (Viburnum opulus). Ad esso si accompagna spesso la frangola (Frangula alnus), soprattutto sul margine del bosco.

Ma è soprattutto nello strato erbaceo, meno appariscente, che vegetano le specie più caratteristiche di questo ambiente, quali l'olmaria (Filipendula olmaria), il cardo giallastro (Cirsium oleraceum), i carici (Carex pendula e Carex remota), la valeriana (Valeriana dioica) a cui spesso si uniscono gli equiseti.

Rana di Lataste
La Rana di Lataste
(Rana latastei)

Fra le specie animali che frequentano questi boschi, le più importanti sono legate soprattutto alle pozze presenti negli ambienti umidi. E' il caso della Rana di Lataste (Rana latasteí), una specie endemica della Pianura Padana cioè che vive esclusivamente in Pianura Padana e nelle sue immediate vici nanze), della Salamandra (Salamandra salamandra) e del Tritone crestato (Triturus cristatus) e, fra gli uccelli, della Cincia bigia (Parus palustris), del va riopinto Martin pescatore (Alcedo atthis).

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Il progetto LIFE natura 1998

I boschi igrofili nel Parco sono ormai ridotti a pochi lembi di piccole dimensioni, posizionati:

  • in alcune vallecole anguste, poco interessanti per l'attività agricola;
  • in una stretta fascia lungo i torrenti, laddove questi rallentano, divagano, esondano e si impaludano;
  • in aree di cava abbandonata, dove il terreno argilloso trattiene maggiormente l'acqua;
  • su superfici in cui è cessata l 'attività agricola e quindi l'azione di bonifica conseguente.

Questi ambienti devono quindi essere particolarmente tutelati, e devono essere eliminati i fattori di degrado ed alterazione. Nel Parco, con il sostegno dell'Unione Europea, sono in corso alcuni azioni per la tutela di questo habitat, nell'ambito del ProgettoLIFE Natura 1998 "Valle Santa Croce - Valle del Curone: tutela habitat di interesse prioritario": lungo i ruscelli, nelle vallecole, vengono realizzati piccoli sbarramenti per rallentare la velocità delle acque ed aumentare quindi l 'umidità del terreno. Nei boschi si eseguono tagli per eliminare le specie esotiche, nonché per prevenire schianti che darebbero luogo ad un eccesso di luminosità. Vengono infine eseguiti impianti di ontano nero e delle altre specie che caratterizzano questi ambienti ai margini dei boschi già esistenti e nelle radure più ampie, con la finalità di aumentare la dimensione dell'ecosistema forestale, e tramite essa la stabilità.

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Dove osservare i boschi igrofili

Le aree più interessanti per l'osservazione di questi boschi sono situate lungo il Curone

  • nella parte più alta della valle;
  • a nord della cascina Fornace superiore;
  • a valle di Cascina Valfredda;
  • nei pressi dei campi sportivi di Montevecchia.

Lungo la Molgoretta è invece possibile osservare questi boschi ai margini della strada che da Lomaniga porta a Valle Santa Croce.

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
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