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Ente per la Gestione del
Parco Regionale di Montevecchia e Valle del Curone

Loc. Butto, 1 23874 Montevecchia (LC)
C.F. 94003030130 - Tel. 039.9930384 - Fax. 039.9930619
Sito: www.parcocurone.it - PEC: certificata@pec.parcocurone.it - email: info@parcocurone.it

L'acqua

L'acqua è probabilmente l'elemento più rappresentativo del territorio

Lavatoio del Molinazzo
Il lavatoio del Molinazzo,
a Cernusco Lombardone
Lavatoio C.na Verteggera
Il lavatoio della C.na Verteggera
dopo l'intervento di ripristino
Lavatoio C.na Verteggera
Il lavatoio della Galbusera Nera,
recuperato nell'ambito del
progetto

Oltre ai torrenti Curone e Molgoretta che incidono le valli principali del Parco (Valle Santa Croce e Valle del Curone), una fitta rete di piccoli affluenti a regime torrentizio incidono i versanti delle colline.
Migliaia di piccole sorgenti e venute a giorno di acque sotterranee fanno del Parco di Montevecchia e Valle del Curone un paesaggio modellato e segnato dalla presenza dell'acqua in tutte le sue forme.
L'interesse di queste sorgenti e delle acque superficiali è storico e paesaggistico oltre che naturalistico (le sorgenti ospitano comunità animali e vegetali di interesse europeo).
Attorno alla presenza dell'acqua (ed alla sua necessità) si sono da sempre sviluppate la maggior parte delle attività agricole ed economiche del Parco.

Si può dire che ogni cascina ed ogni nucleo rurale disponessero di una sorgente nelle vicinanze dell'abitato dalla quale si attingeva l'acqua per i comuni usi domestici ed agricoli e di un lavatoio o di una fontana (spesso nulla più di due lastre di pietra appoggiate lungo la riva del corso d'acqua) dove si scendeva, in estate come in inverno, a lavare i panni e a raccogliere l'acqua.
Il lavatoio era anche però un luogo comune di incontro, con un'importante funzione aggregante e sociale.

In valle del Curone, presso la località Fornace, è ancora oggi presente un lavatoio sul torrente (costituito da due semplici lastre di pietra) dove qualcuno ancora scende a lavare i panni.

Dal grande fontanile sito in località Mirasole,

nella piana proprio sotto la cascina, una lunghissima roggia convogliava l'acqua alla Villa Gallarati Scotti in Oreno, servendo lungo il percorso attività artigianali e manifatturiere ed irrigando i campi attraversati nel percorso.
La Roggia Gallarati Scotti è oggi quasi del tutto scomparsa, coperta da strade ed abitati, ma alcuni tratti sono ancora visibili nelle vicinanze della villa di Oreno e le mappe catastali riportano ancora il percorso delle canalizzazioni.
Roggia Gallarati

In valle del Curone, presso la C.na Valfredda,

Fontana C.na Valfredda
Fontana della C.na Valfredda
Fontana Squallera
Fontana Squallera e lavatoio

la bellissima fontana in pietra è un tipico esempio di riutilizzo di un importante manufatto in epoche successive. La vasca è infatti probabilmente costituita da un antico sarcofago romano, poi riutilizzato in epoca medioevale come altare di una chiesetta (in Valfredda ve n'era una, oggi persa, dedicata alla "Madonna della neve") e successivamente, come tutt'oggi, utilizzato come vasca della fontana, su cui sono ancora visibili antiche incisioni

In pianura, tra gli abitati di Trecate (Osnago) e Maresso (Missaglia), la Fontana Squallera e il suo lavatoio si trovano in uno degli angoli meglio conservati e meno conosciuti del Parco.

Presso la cascina Molinazzo vi era un mulino, azionato dalla forza dell'acqua, convogliata da un canale dal torrente Curone verso le ruote del mulino.
A monte della canalizzazione, una lunga rettifica del corso del torrente ed una briglia consentivano il regolare afflusso d'acqua al mulino, servendo lungo il percorso anche una rete di canali ad uso irriguo.

 

 

Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone
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